venerdì 3 dicembre 2010

Lettera di Lucia Uva

Lucia è la sorella di Giuseppe Uva, fermato il 14 giugno 2008 dai Carabinieri della caserma di Via Saffi, a Varese, e mai più tornato a casa. Lucia e i suoi cari lo hanno rivisto, morto e in condizioni terribili, nel reparto psichiatrico dell'ospedale Circolo Macchi dove era stato portato quattro ore dopo il fermo.

Beppe aveva quarantatre anni, una famiglia che lo amava, un amico che non si è mai rassegnato e tanti giorni ancora da vivere.

Il PM ha chiesto il rinvio a giudizio per due medici, di cui uno è stato assolto dal GUP mercoledì scorso. Ad aprile il processo per l'altro.

In tutto questo Lucia continua a chiedere perché suo fratello è finito in quell'ospedale e perché il suo corpo era ridotto nello stato in cui lei lo ha visto per l'ultima volta...

Lucia è una mia amica, le sono vicina e comprendo perfettamente il suo dolore, che è anche il mio. Conosco la profonda difficoltà ad andare avanti nella vita senza sapere tutta la verità su un lutto che così diventa ancora più complicato elaborare.


"Sono lucia uva ed ho partecipato all’udienza di ieri riportata sui quotidiani della città.

La procura ha sempre detto che i responsabili della morte di Giuseppe fossero i due medici indagati e soltanto loro, mentre erano da escludere altre responsabilità, dichiarando ai giornalisti di aver chiuso le indagini riguardo ciò che è avvenuto in caserma quella maledetta notte.

Il procuratore Grigo aveva infatti dichiarato a suo tempo alla stampa che era stato apposta aperto un procedimento per quello scopo.

In udienza il dott Abate ha dichiarato che su quel fascicolo era stata fatta richiesta di avocazione alla procura generale, però sbagliata perché quel procedimento non era più contro ignoti.

I miei avvocati in udienza hanno chiesto una perizia perché ritenevano quella di motta insufficiente per il processo.

Il dott abate si è opposto chiedendo il rinvio a giudizio dei due indagati sostenendo a spada tratta la bontà della consulenza Motta.

Il Giudice ha assolto addirittura uno dei due medici che il dott Abate ha sempre sostenuto di essere responsabili della morte di mio fratello.

Qualcuno mi può spiegare per favore perché la procura di varese è così soddisfatta della assoluzione di uno dei due indagati che riteneva colpevoli della morte di pino?

I miei avvocati mi hanno spiegato che il gup, quando assolve l’imputato nella udienza preliminare lo fa o perché ritiene le indagini assolutamente insufficienti per il processo, o perché addirittura perché pensa che ci sia la prova della sua innocenza.

La procura aveva richiesto il processo.

Che c’è da gioire?

Di quale processo parliamo?

Francamente mi sento presa in giro, non si tratta così una cittadina.

grazie"